Ciao, cara Mavì, bello questo scatto oserei dire immateriale in cui un cielo minaccioso e di cattivo auspicio, sembra invadere l'acqua.
Anche il flusso di idee e di pensieri che si impossessa a volte di noi sembra immateriale, ma può creare gioie, dolori, sensazioni comunque forti come delle tempeste.
Certi scenari naturali sembrano a volte rappresentarci le prove della vita a cui spesso andiamo incontro.
Un saluto speciale
Fabio
Finalmente! In un giorno di sabato, tra ennesime pulizie casalinghe causa reclusione forzata da Covid, commento la tua ultima foto.
Come sempre non è solo l'immagine che va contemplata, quanto la descrizione che accompagna un paesaggio "freddo" e terribilmente silenzioso, seppure un dolore, quasi sempre, urla.
Noi, spettatori passivi, non possiamo fare altro che cogliere quel suono, che da tutto ciò che ci proponi, emerge prorompente nel suo abbagliante minimalismo: solitudine!
Un lago di montagna, quieto e gelido come l'aria umida che sentiamo sul viso; nuvole sparse che celano, agli occhi, le regolari forme della natura.., di umano rare e lontane case ed una pedana, sola anch'essa e in disparte. La pedana, o ponticello che sia, è l'ennesima metafora di un passaggio che non avviene, che si blocca prima ancora di iniziarne il cammino e che, forse, è causa di quel dolore.
Le tue fotografie sono pagine di un diario, attraverso le quali leggiamo "monocromaticamente" le stesse parole e le medesime emozioni sempre più vere e sempre più difficili da deglutire...; dolori agli antipodi dalle scenografiche prefiche che ostentano una falsa sofferenza teatrale, pagate per piangere e urlare....
Qui l'urlo è silenzioso, riservato a chi vuol intendere, a chi può capire che un paesaggio rappresenta un distacco da una realtà che, come quelle vaghe nuvole, coprono, velano..., nascondono la bellezza che c'è e che non vediamo. Coprono il sole, quella luce che neppure un lago può più riflettere, da sempre specchio di un cielo blu... è qui amorfo nel suo non colore, pare in attesa....
Inutile dirti, per l'ennesima volta, che le tue fotografie meritano una esposizione professionale, un percorso nel quale il visitatore è obbligato ad attraversare, con l'autrice, un periodo di vita, che non è mai di una sola persona ma, anzi, collettiva perchè ognuno ritrova qualcosa di se.
Artisticamente hai i miei complimenti, su altro non posso sbilanciarmi oltre.
Con un sorriso ti auguro ogni bene possibile in questo periodo vincolato da regole non volute ma necessarie; passerà ... bisogna solo aspettare.
Ciao, Gianni
12 comments
Jaap van 't Veen said:
Mavì replied to Jaap van 't Veen:
Ulrich John said:
Mavì replied to Ulrich John:
Boro said:
Mavì replied to Boro:
Sweetlife said:
Mavì replied to Sweetlife:
photosofghosts said:
Anche il flusso di idee e di pensieri che si impossessa a volte di noi sembra immateriale, ma può creare gioie, dolori, sensazioni comunque forti come delle tempeste.
Certi scenari naturali sembrano a volte rappresentarci le prove della vita a cui spesso andiamo incontro.
Un saluto speciale
Fabio
Mavì replied to photosofghosts:
Grazie Fabio.
Un grande saluto.
AntenoreMalatesta said:
Come sempre non è solo l'immagine che va contemplata, quanto la descrizione che accompagna un paesaggio "freddo" e terribilmente silenzioso, seppure un dolore, quasi sempre, urla.
Noi, spettatori passivi, non possiamo fare altro che cogliere quel suono, che da tutto ciò che ci proponi, emerge prorompente nel suo abbagliante minimalismo: solitudine!
Un lago di montagna, quieto e gelido come l'aria umida che sentiamo sul viso; nuvole sparse che celano, agli occhi, le regolari forme della natura.., di umano rare e lontane case ed una pedana, sola anch'essa e in disparte. La pedana, o ponticello che sia, è l'ennesima metafora di un passaggio che non avviene, che si blocca prima ancora di iniziarne il cammino e che, forse, è causa di quel dolore.
Le tue fotografie sono pagine di un diario, attraverso le quali leggiamo "monocromaticamente" le stesse parole e le medesime emozioni sempre più vere e sempre più difficili da deglutire...; dolori agli antipodi dalle scenografiche prefiche che ostentano una falsa sofferenza teatrale, pagate per piangere e urlare....
Qui l'urlo è silenzioso, riservato a chi vuol intendere, a chi può capire che un paesaggio rappresenta un distacco da una realtà che, come quelle vaghe nuvole, coprono, velano..., nascondono la bellezza che c'è e che non vediamo. Coprono il sole, quella luce che neppure un lago può più riflettere, da sempre specchio di un cielo blu... è qui amorfo nel suo non colore, pare in attesa....
Inutile dirti, per l'ennesima volta, che le tue fotografie meritano una esposizione professionale, un percorso nel quale il visitatore è obbligato ad attraversare, con l'autrice, un periodo di vita, che non è mai di una sola persona ma, anzi, collettiva perchè ognuno ritrova qualcosa di se.
Artisticamente hai i miei complimenti, su altro non posso sbilanciarmi oltre.
Con un sorriso ti auguro ogni bene possibile in questo periodo vincolato da regole non volute ma necessarie; passerà ... bisogna solo aspettare.
Ciao, Gianni
Mavì replied to AntenoreMalatesta: