Dimmi se sbaglio..., questa foto fu gia presentata in IP ancora 3 anni fa... Non è una critica! E' solo per mettere alla prova la mia memoria ormai senile.
D'acchito io vedo una prigione, un muro che separa il mondo; la vita dall'oblio. La luce accesa potrebbe ben essere la speranza ma, non si capisce per chi, dal momento che la luce è esterna ad illuminare cosa? E' una fotografia molto triste, molto più riflessiva di tante altre tue; una fotografia che NON MI FA STAR BENE...mi disturba, mi angoscia. Guardo e riguardo quella parete con finestre rade e serrate da inferriate, la luce esile quasi scompare...Penso ad una motivazione e ad un senso ma, non trovo altro che un freddo senso di disagio.
La fuga, il fuggire, scappare, correre lontano... Ecco! ho trovato!
Ma qui, si apre un'altra realtà ed altre domande; da cosa scappare e per trovare cosa? La "nebbia" che tutto avvolge ovatta, ulteriormente, quella vita esterna, quel sogno di libertà oltre quelle inferriate di finestre chiuse... e allora? Aiutami a capire oltre agli asterischi del titolo, emblematici nel loro anonimo silenzio e alla citazione di Battiato, il senso enormemente profondo di questa tua immagine...
Io sono e resto per una mostra! Devi esporre con foto reali; una galleria nella quale mostrare i tuoi lavori, una presentazione ufficiale per un qualcosa che ci accompagni, noi spettatori, in un viaggio interiore che ne comprende, a sua volta, altri sempre più introspettivi. Ti invito a pensarci.
Un ciao dalla calura afosa di una strana estate; dalla finestra aperta giunge l'abbaiare di un cane in lontananza.., una macchina che va... e niente altro. La meraviglia del mio silenzio; tra poco, in un libro, cercherò la mia ulteriore quiete interiore, per poi, una volta ultimato, riporlo nel suo posto con una carezza sul dorso, quasi fosse un vecchio compagno d'avventure che mi ha appena parlato dei suoi ricordi...
Ciao, Gianni
Non sbagli Gianni . Mi era stata eliminata da IP per esubero di foto , ma io la amo troppo e dunque ....
Perché la amo ? Intanto perché la trovo molto bella , nell'atmosfera principalmente . Adoro essere riuscita a fermare così bene quella luce centrale . Mi spiace abbia causato angoscia . La trovo melanconica , questo sì , come spesso mi succede d'essere , ma sempre alla ricerca di una luce che mi dia sicurezza .
Comunque non si tratta di prigioni, ma di un castello ... Anche un castello può essere prigione ? Ci sta (sorrido) .
Grazie Gianni
Carissima Mavì..concordo con Gianni..la tua foto questa volta mi intristisce e mi avvolge in quella atmosfera surreale con quella finestra con le grate..la calura o nebbia che non dona serenità! Siamo tutti avvolti dalla giornata inquieta e monotona che ci sveglia al mattino e che scompare con il sonno! Ciao carissima buona serata - Laura
perdona Laura se, inconsapevolmente , ti ho rattristata . Prova a riguardarla pensando a quanto mi piace e mi rende orgogliosa .
Per quello che riguarda questo periodo devo darti ragione : ci ha lasciato una certa inquietudine . Mah , sarà l'età .
Ti abbraccio
La memoria, grazie al cielo, è ancora buona; in effetti è sempre stata una caratteristica dello scorpione, ricordarsi dei fatti e delle cose interessanti.
Non ho detto che la foto non sia stilisticamente interessante (e quindi piacevole, per non usare l'aggettivo bella, che sai, non uso d'abitudine) ma che, nella sua scenografica composizione, trasmette un qualcosa che non dà serenità. Leggendo il tuo intervento colgo l'essenza che, in realtà, non mi è mai sfuggita, come il riferimento alla luce, alla sicurezza e, quindi, alla certezza; quasi che tu facessi il verso o la parodia alla frase di Lorenzo de Medici (altri dicono Macchiavelli): "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia chi vuol esser lieto sia: del doman non v'è certezza..." . Una forza incredibile di parole, un senso della vita certamente poco spirituale, ma terribilmente e materialmente veritiero.
Il riferimento alla prigione è dato dal vuoto, pressochè assoluto, del nulla. La nebbia, tre sporadiche e rade finestre con inferriate..., una flebile luce e, intorno, il niente; come niente offre un "FINE PENA MAI"...
Che sia un castello o una prigione o un semplice condominio popolare, poco cambia.
Quante volte ci imbattiamo in "casermoni" orribili per stile e urbanistica, non sono, forse, prigioni anch'essi? Quanti castelli, in Italia, sono ancora carceri di massima sicurezza? Fossombrone, Volterra, Porto Azzurro.., solo per citarne alcuni attualmente operativi... Al di là della tipologia del manufatto, resta l'isolamento e la solitudine; il fio da espiare..., la colpa.
I castelli erano, comunque, prigioni se le storie e le ricche leggende narrano di fanciulle, principesse, regine, orribilmente punite per supposti reati, tradimenti, congiure e complotti o solo...per aver rifiutato un matrimonio d'interesse o una monastica clausura.
Il castello, che per il villico era il massimo della ricchezza del tempo, era, altresi, il luogo dei tormenti feroci, delle punizioni severe. Penso, ora, al Castello di San Leo e alla morte di Cagliostro: murato vivo per 4 anni..,4 mesi e 4 giorni.., poi morì!
Ciao, e..al prossimo commento. Gianni
Avevo già scritto un commento, ma qualcosa è saltato fuori, dopo di che non ho avuto il tempo di cambiarlo e ho cancellato tutto.
E' un peccato, in realtà. Ma forse è stato meglio così.
Perché anch'io sento questa immagine nella sua luminosità irradiante come opprimente. Strano in realtà, perché le cose oscure di solito sono chiamate opprimenti. E la vedevo anche come una prigione. Questo è sicuramente dovuto alle finestre sbarrate, e si sono viste così tante immagini di tali prigioni, muri bianchi spogli e finestre sbarrate ...
Ma ora ho letto tutti i commenti e so che questo quadro vi piace molto, e che è un castello. Ma come diceva Giovanni, potrebbe anche essere come una prigione.
Ma ora non voglio riflettere ulteriormente sulle cose "oscure".
Mi piace questa luce diffusa e brillante della lanterna e come l'edificio scompare sullo sfondo. Come tutto svanisce in realtà...
Auguri aNNa*
17 comments
Boro said:
Mavì replied to Boro:
Gabriella Siglinde said:
Mavì replied to Gabriella Siglinde:
Giorgio Bree said:
Mavì replied to Giorgio Bree:
Ulrich John said:
Mavì replied to Ulrich John:
AntenoreMalatesta said:
D'acchito io vedo una prigione, un muro che separa il mondo; la vita dall'oblio. La luce accesa potrebbe ben essere la speranza ma, non si capisce per chi, dal momento che la luce è esterna ad illuminare cosa? E' una fotografia molto triste, molto più riflessiva di tante altre tue; una fotografia che NON MI FA STAR BENE...mi disturba, mi angoscia. Guardo e riguardo quella parete con finestre rade e serrate da inferriate, la luce esile quasi scompare...Penso ad una motivazione e ad un senso ma, non trovo altro che un freddo senso di disagio.
La fuga, il fuggire, scappare, correre lontano... Ecco! ho trovato!
Ma qui, si apre un'altra realtà ed altre domande; da cosa scappare e per trovare cosa? La "nebbia" che tutto avvolge ovatta, ulteriormente, quella vita esterna, quel sogno di libertà oltre quelle inferriate di finestre chiuse... e allora? Aiutami a capire oltre agli asterischi del titolo, emblematici nel loro anonimo silenzio e alla citazione di Battiato, il senso enormemente profondo di questa tua immagine...
Io sono e resto per una mostra! Devi esporre con foto reali; una galleria nella quale mostrare i tuoi lavori, una presentazione ufficiale per un qualcosa che ci accompagni, noi spettatori, in un viaggio interiore che ne comprende, a sua volta, altri sempre più introspettivi. Ti invito a pensarci.
Un ciao dalla calura afosa di una strana estate; dalla finestra aperta giunge l'abbaiare di un cane in lontananza.., una macchina che va... e niente altro. La meraviglia del mio silenzio; tra poco, in un libro, cercherò la mia ulteriore quiete interiore, per poi, una volta ultimato, riporlo nel suo posto con una carezza sul dorso, quasi fosse un vecchio compagno d'avventure che mi ha appena parlato dei suoi ricordi...
Ciao, Gianni
Mavì replied to AntenoreMalatesta:
Perché la amo ? Intanto perché la trovo molto bella , nell'atmosfera principalmente . Adoro essere riuscita a fermare così bene quella luce centrale . Mi spiace abbia causato angoscia . La trovo melanconica , questo sì , come spesso mi succede d'essere , ma sempre alla ricerca di una luce che mi dia sicurezza .
Comunque non si tratta di prigioni, ma di un castello ... Anche un castello può essere prigione ? Ci sta (sorrido) .
Grazie Gianni
Laura Perinelli said:
Mavì replied to Laura Perinelli:
Per quello che riguarda questo periodo devo darti ragione : ci ha lasciato una certa inquietudine . Mah , sarà l'età .
Ti abbraccio
AntenoreMalatesta replied to Mavì:
Non ho detto che la foto non sia stilisticamente interessante (e quindi piacevole, per non usare l'aggettivo bella, che sai, non uso d'abitudine) ma che, nella sua scenografica composizione, trasmette un qualcosa che non dà serenità. Leggendo il tuo intervento colgo l'essenza che, in realtà, non mi è mai sfuggita, come il riferimento alla luce, alla sicurezza e, quindi, alla certezza; quasi che tu facessi il verso o la parodia alla frase di Lorenzo de Medici (altri dicono Macchiavelli): "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia chi vuol esser lieto sia: del doman non v'è certezza..." . Una forza incredibile di parole, un senso della vita certamente poco spirituale, ma terribilmente e materialmente veritiero.
Il riferimento alla prigione è dato dal vuoto, pressochè assoluto, del nulla. La nebbia, tre sporadiche e rade finestre con inferriate..., una flebile luce e, intorno, il niente; come niente offre un "FINE PENA MAI"...
Che sia un castello o una prigione o un semplice condominio popolare, poco cambia.
Quante volte ci imbattiamo in "casermoni" orribili per stile e urbanistica, non sono, forse, prigioni anch'essi? Quanti castelli, in Italia, sono ancora carceri di massima sicurezza? Fossombrone, Volterra, Porto Azzurro.., solo per citarne alcuni attualmente operativi... Al di là della tipologia del manufatto, resta l'isolamento e la solitudine; il fio da espiare..., la colpa.
I castelli erano, comunque, prigioni se le storie e le ricche leggende narrano di fanciulle, principesse, regine, orribilmente punite per supposti reati, tradimenti, congiure e complotti o solo...per aver rifiutato un matrimonio d'interesse o una monastica clausura.
Il castello, che per il villico era il massimo della ricchezza del tempo, era, altresi, il luogo dei tormenti feroci, delle punizioni severe. Penso, ora, al Castello di San Leo e alla morte di Cagliostro: murato vivo per 4 anni..,4 mesi e 4 giorni.., poi morì!
Ciao, e..al prossimo commento. Gianni
aNNa schramm said:
E' un peccato, in realtà. Ma forse è stato meglio così.
Perché anch'io sento questa immagine nella sua luminosità irradiante come opprimente. Strano in realtà, perché le cose oscure di solito sono chiamate opprimenti. E la vedevo anche come una prigione. Questo è sicuramente dovuto alle finestre sbarrate, e si sono viste così tante immagini di tali prigioni, muri bianchi spogli e finestre sbarrate ...
Ma ora ho letto tutti i commenti e so che questo quadro vi piace molto, e che è un castello. Ma come diceva Giovanni, potrebbe anche essere come una prigione.
Ma ora non voglio riflettere ulteriormente sulle cose "oscure".
Mi piace questa luce diffusa e brillante della lanterna e come l'edificio scompare sullo sfondo. Come tutto svanisce in realtà...
Auguri aNNa*
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Mavì replied to aNNa schramm:
Un caro saluto Anna