(Omissis)
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", luglio 2012)
Temo di venirvi ormai a noia, perché son dodici anni che scrivo qui, ogni mese, cose che vi convincano che fare sesso sicuro sia la cosa giusta. Però anche voi mi avete un po' annoiato, a volte, quando avete addotto scuse risibili per non fare prevenzione, per credere solo alla propria fortuna. Una volta impiegai due pagine di Pride per spiegare la complessità di cuocere un perfetto uovo sodo. Concludevo che però basta bollire cinque minuti, e l'uovo è comunque sodo. Lo feci perché allora l'obiezione era che il "sesso sicuro è scomodo e complicato, poi non è sicuro al 100%, per cui allora faccio senza" e volevo far capire che il fatto di non sapere l'esatta percentuale di protezione nelle varie pratiche, o non sapere perché una cosa sia più pericolosa dell'altra, e di quanto lo sia, non era una buona scusa per non dover usare il preservativo sempre, anche senza pensarci troppo. Affioravano poi nelle vostre email leggende del tipo "quel mio amico ha sempre fatto sesso sicuro e si è infettato ugualmente, vedi che non serve a nulla fare sesso sicuro?!" e a queste storie ho dedicato altre pagine parlando di statistica e di metodo scientifico, di bugie dette per vergogna e, purtroppo, di casi sfortunati "uno su mille".
Ammetto cha alcune volte sono stato vicino all'insulto. Questo non vi avrebbe portato a più sobri comportamenti, per cui era sbagliato farlo, mi sono trattenuto.
Non mi interessa essere simpatico o divertente da leggere, non mi interessa se qualcun altro non mi legge perché potrei portare sfiga (e lui si affida alla fortuna). Voi non capite quanto sia vantaggioso usare ogni volta il preservativo? Fatelo ugualmente, la stragrande maggioranza dei medici è di questo parere, la stragrande maggioranza dei attivisti sieropositivi è di questo parere. Fidatevi! Vi sembra tutto troppo complicato? Non pensateci, fatelo sulla fiducia e basta. Mi dite che lo scienziato negazionista potrebbe avere ragione? Mi dite che l'ha confermato Beppe Grillo? Cosa posso farci, è una prova che ognuno è libero di pensare quello che vuole, ma io reputo più probabile che abbia ragione quel 99,99% che crede nella virulenza dell'HIV e nell'utilità dei farmaci. La differenza sta nel metodo scientifico, fra sapere e credere.
Oggi, davanti alle nuove infezioni, noi che cerchiamo di promuovere il sesso sicuro, ci domandiamo se esista un metodo, un'idea, per far capire che c'è una realtà, un'evidenza, che va al di là delle credenze personali.
Una spiegazione del perché sia tanto difficile farsi capire da tutti, l'ho trovata casualmente in questi giorni leggendo "Scienza, quindi democrazia" dove Gilberto Corbellini, spiegando lo stretto nesso fra libertà, scienza e democrazia, a pagina 112 scrive:
7. Perché gli scienziati non vengono creduti.
Se la scienza è «senso non comune», non dovrebbe sorprendere il fatto che il punto di vista degli scienziati venga preso poco sul serio, ovvero che gli scienziati in diversi casi possano essere considerati meno attendibili di altri attori sociali. La selezione naturale ci ha dotato solo della capacità, grazie all’uso della ragione, di andare oltre il senso comune. Ma il senso comune rimane sempre quell'insieme di attitudini cognitive e psicologiche che hanno consentito ai nostri antenati di sopravvivere, per cui possiamo giustamente aspettarci di essere affezionati ai nostri modi di pensare non scientifici.
Dal 1960 circa, gli psicologi sperimentali sanno che era corretta l'intuizione di Francis Bacon circa una tendenza umana a preferire le informazioni che confermano i preconcetti o un'ipotesi che si sta cercando di dimostrare. Il fenomeno è noto come «bias di conferma» o «myside bias». Un individuo riconosce meglio la presenza di errori metodologici in descrizioni di studi difettosi, se questi contengono dati che sono in conflitto con le sue credenze religiose o epistemologiche. (...)
Cosa condiziona la credibilità delle spiegazioni scientifiche? Che cosa dicono le ricerche empiriche circa le reazioni a diverse fonti di informazione, per quanto riguarda differenti temi di natura scientifica? Temi che possono avere diverse implicazioni a livello delle credenze e aspettative personali. Ovvero riguardare argomenti neutrali, come se esiste o no l'antigravità, oppure controversi, come nel caso delle spiegazioni evoluzionistiche o di particolari sanitari (per esempio di contrarre l'infezione da Hiv/Aids).
Diversi modelli convergono sul fatto che la credibilità di una fonte dipende innanzitutto da come l'individuo la elabora, cioè se in modo approfondito o superficiale. La superficialità può essere dovuta a scarsa motivazione o a mancanza degli strumenti per elaborare il messaggio in modo approfondito. Paradossalmente, ma alla fin fine non tanto, un esperto e una fonte molto credibile sono tanto più influenti, quando più è superficiale l'elaborazione dell'informazione. Per cui all’opinione degli scienziati viene dato tanto più credito quanto più chi l'ascolta considera il messaggio irrilevante per sé e non in contrasto con le proprie credenze. Questi modelli predicono, inoltre, che l'opinione degli esperti avrà un impatto ridotto se incoraggia un cambio di comportamento. Quindi è in qualche modo spiegabile il fatto che gli scienziati riscuotono scarso ascolto quando quello che dicono, che ha sempre componenti di incertezza, interferisce con pratiche e convinzioni personali. Quello che nella comprensione scientifica è temporaneamente indeterminato o indeterminabile, per chi ascolta è la prova che gli scienziati in realtà non sanno come stanno le cose, oppure direttamente una confutazione di quello che dicono. Senza dimenticare che si può sempre sminuire il valore di quello che gli scienziati dicono giudicando che possono dirlo perché conviene a chi li paga, o perché si sono direttamente venduti.
In situazioni concrete, si è visto che quando la controversia riguarda argomenti molto carichi di accenti ideologico-culturali o emotivi, per esempio l'origine della vita e la sua diversificazione, quindi il problema dell’evoluzione, oppure temi come la liceità di condurre ricerche su embrioni umani o riconoscere alle coppie gay il diritto di adottare bambini, non entra in gioco solo la profondità o superficialità delle elaborazioni nel determinare l'influenza degli esperti o scienziati. Ma anche la credenza religiosa.
Il linguaggio non è semplicissimo, ma d'altronde l'autore è Ordinario di Storia della Medicina alla Sapienza, e pur essendo un'opera divulgativa, conserva una certa osticità di linguaggio.
Siete ancora convinti che il virus non esista e sia una balla inventata dalle Case Farmaceutiche per lucrare? Siete anche voi fra quelli che pensano che i gay non debbano adottare? Pensate che evitando di farsi venire dentro basti a... ?
Siete liberi di avere le vostre idee, ma adesso fidatevi di me, fate sempre sesso sicuro. Per scaramanzia.
0 comments