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di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", aprile 2012)
A volte, noi che ci occupiamo di AIDS, ci domandiamo come arrivare a far comprendere l'importanza della prevenzione anche a quei pochi che non lo fanno. Ci domandiamo se è per autolesionismo, per desiderio di morte, per poca intelligenza, per mancanza di informazione, per superstizione... Siamo alle ipotesi, ed è una questione importante, perché quel piccolo gruppo è pur abbastanza grande per continuare e far crescere da solo l'epidemia fra gay.
Su queste pagine, parlando di prevenzione, raccontammo che in Svizzera già quattro anni fa avevano suggerito una nuova strategia: hanno preso in considerazione il fatto accertato che un sieropositivo che si cura in modo appropriato è pochissimo positivo, dunque viene considerato accettabilmente sicuro il sesso senza preservativo quando si è in cura e la viremia è non rilevabile da almeno sei mesi. Se tutti facessero i test e si curassero a partire dal momento che diventano sieropositivi, la cosa funzionerebbe egregiamente (ma d'altronde, se tutti facessero sesso sicuro fin da quando si è scoperto che funzionava, adesso l'Hiv sarebbe già debellato da un pezzo). Il problema è che entrambi i partner devono essere controllati ed eventualmente in cura, per cui questo suggerimento di comportamento era limitato alle coppie stabili, e non al sesso promiscuo od occasionale.
Suppongo sia per raggiungere proprio quella parte di gay che preferiscono avere rapporti con più persone, e che non amano il preservativo, che arrivi questa altra nuova idea. É un programma ciclico, annuale, che si chiama “Break the chain”. Chi vorrà, il primo maggio dovrà comunicare tramite una apposita app (da scaricare, e che lo accompagnerà con messaggi inerenti per tutto il tempo) che aderisce al mese d'intervento in cui si impegnerà a non infettarsi. Alla fine del mese farà il test (anche per le altre infezioni sessuali) e se risulterà negativo, sarà veramente negativo, in quanto è trascorso in sicurezza il periodo finestra (cioè il periodo fra l'infezione e la possibilità di rilevarla con un esame).
A questo punto, sicuramente sieronegativi, in una rete di persone anch'esse sicuramente sieronegative che si trovano fra di loro, tutti possono praticare sesso libero e senza precauzioni. Questo meccanismo per interrompere la catena delle infezioni verrebbe ripetuto ogni anno. Più persone aderiranno e più aumenterà l'appetibilità ad aderire, e l'obiettivo è che alla fine tutti gli uomini che fanno sesso con uomini spezzino la catena una volta all'anno.
Sapere che in cambio di un solo mese di relativo sacrificio si ha come premio una facilitazione agli incontri in libertà con sicurezza, dovrebbe essere già una molla sufficiente.
A illustrare che questa scelta, comunque consapevole, è necessaria ed è quella giusta, vengono mostrati dei grafici. In uno si spiega come l'avvento del sesso sicuro abbia drasticamente diminuito l'epidemia. Di come l'avvento poi delle terapie efficaci abbia ulteriormente diminuito, almeno inizialmente, il numero di nuove infezioni. E di come ora, appunto, sia invece nuovamente in crescita. In un altro si mostra con una evidente impennata della curva di come nei primi tre mesi dall'infezione la persona sia da venti a cento volte più infettiva che nel periodo successivo, ed è impressionante. È da ricordare sempre l'esistenza del periodo finestra, che si somma al fatto che il test non lo si fa tutti i giorni, così si comprende quanto sia comunque pericoloso non fare sesso sicuro, perché nessuno può essere certo del proprio stato sierologico, neppure con un test negativo.
Gli svizzeri sono sempre stati particolarmente attenti e senza censure rispetto all'HIV, dai preservativi nei supermercati ai giganteschi manifesti stradali. Suppongo che non abbiano paure o vergogna ad aderire ad un network di sesso gay. Neppure in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Olanda, in Spagna... Non credo qui, dove molti più si nascondono. Colui che vive in clandestinità, e che di notte cambia addirittura di città per trovare sesso senza essere riconosciuto, credete che si metta a scaricare una app per omosessuali, che entri a far parte di un gruppo che come scopo ha il sesso libero e che ogni primo aprile vada a farsi il test? Il successo dipende dall'intelligenza e dall'onestà di tutti i partecipanti. Il tutto per ora è illustrato in francese e in tedesco.
Attenzione, al di fuori dei rapporti tra queste persone testate in un gruppo chiuso, al di fuori delle coppie chiuse con viremia azzerata da almeno sei mesi (per chi volesse seguire anche questo consiglio svizzero), il sesso sicuro è sempre da fare! La scomodità di usare il preservativo è nulla davanti allo sgomento e al danno di una infezione.
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