25 aprile
“Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.” Don Milani
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Taken on Sunday April 25, 2021
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Posted on Sunday April 25, 2021
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23 comments
Boro said:
Mavì replied to Boro:
Ulrich John said:
Mavì replied to Ulrich John:
photosofghosts said:
La purezza dei fiori assomiglia agli ideali di chi ha sacrificato la propria vita per consegnarci un mondo migliore, sta a noi esserne degni.
Un saluto speciale
Fabio
Mavì replied to photosofghosts:
Giorgio Bree said:
Mavì replied to Giorgio Bree:
Annemarie said:
Mavì replied to Annemarie:
Giorgio Bree replied to Mavì:
che riguarda la frase di Don Milani.
Tu non centri nulla!
Laura Perinelli said:
AntenoreMalatesta said:
25 aprile. Un giorno, in Italia, con un significato spesso fuorviato, deciso, non dagli eventi, ma da chi si proclmò vincitore all'epoca.
So di esser frainteso, ma io mi ritengo un cultore di storia contemporanea e so benissimo che, quel giorno, quel 25 aprile è una data di comodo e non di storia.
La Seconda Guerra Mondiale finì, in Germania, l'8 maggio 1945, la guerra totale finì con la resa del Giappone, il 2 settembre del 1945 e in Italia?
In Italia la fine della guerra venne stabilita e sancita, dai vincitori, il 2 maggio del 1945 con la "Resa di Caserta" (in Germania lo stesso giorno i russi occuparono Berlino, decretando, di fatto, la fine dell'asse "nazi-fascista" tra Hitler e Mussolini e, di conseguenza, la fine della guerra; almeno per l'Italia, per la Germania durò per altri 6 giorni).
Il 25 aprile è, quindi, una data fittizia, è il giorno della liberazione della città di Milano (Torino venne liberata dai nazisti solo tre giorni dopo, il 28 Aprile, giorno, tra l'altro, in cui venne ucciso Mussolini a Dongo).
Stabilire la data del 28 aprile come fine della guerra avrebbe avuto un significato molto diverso rispetto a ciò che ebbe, poi, negli anni il 25. La correlazione diretta con la morte di Mussolini e la liberazione di Torino rispetto a Milano furono elementi alquanto delicati che non è il caso di specificare qui ma, che un'attenta analisi "superpartes" può ben far comprendere.
Con la liberazione di Milano si "taglia la testa al toro", La festa partigiana si stabilisce per il 25 aprile e di, conseguenza, la liberazione dal nazifascismo dell'Italia, quando, ancora, altre città erano occupate.
Ribadisco un pensiero, che l'Italia è sempre stato uno strano paese, bigotto e ipocrita allo stesso tempo; l' 8 settembre fu, a tutti gli effetti, una vergogna nazionale alla stregua della disfatta di Caporetto. Che nessuno abbia realmente pagato per i propri errori e/o paure ma, soprattutto, per le proprie responsabilità è un comportamento che ancora ci portiamo dietro agli occhi del mondo intero.
Hai fatto bene tu, cara Maria Luisa, a distinguere il pensiero di Don Milani dal "concetto politico" attribuito ad una data da interessi di comodo. Aggiungo solo un cosa: in Germania non si festeggia la morte di Hitler ma la fine della guerra, firmata da ambo le parti a Reims in Francia, appunto, l'8 maggio.
Ciao, con simpatia, Gianni
Beatrice Degan(MARS) said:
Anche i fuggitivi talvolta ritornano ;-)
seppur a spizzichi e sprazzi.
E sono qui:
Un'interpretazione fotografica, la tua, poetica, senza sbavature, e per questo ancora più emblematica del messaggio di Don Milani e della stessa data del 25 Aprile, nel potente significato che, almeno ancora per parte di noi, ha !
Un abbraccio.Bea
AntenoreMalatesta said:
Vedi, la critica obiettiva è sempre poco accettata, si vuole "che uno stia di qua o di là " a prescindere dagli eventi. A mio avviso ha fatto benissimo Maria Luisa a citare Don Milani, un "neutro superpartes" proprio perchè l'ambiguità di una data e dei suoi avvenimenti non sono, ormai, messi più in discussione.
Ho scritto che temo d'esser frainteso, in effetti questa contro replica ne è una testimonianza; io voglio, categoricamente voglio, essere storico di quel momento; non giudico tutto il complesso degli avvenimenti dei 30 anni precedenti (dalla fine della Prima Guerra Mondiale), non ho le conoscenze cosi dettagliate e profonde per potermi esprimere senza timori d'esser smentito ma, è indiscutibile, e la storia dell'umanità ne è testimone, che la verità, quella vera, va ricercata con le pinzette tra i meandri di "altre mille verità".
In fin dei conti, alzi la mano fra tutti coloro che leggono queste righe, quanti alle superiori hanno studiato il novecento e la Seconda Guerra Mondiale? Onestamente!
Le foibe sono "venute fuori" recentemente, nessuno, a parte i triestini o i profughi, sapevano di questa vergogna, nascoste per oltre 30 anni a tutti dietro ad una grossa tenda ideologica...
Vedi Bea, io non sono ideologicamente collocato, lo ammetto, la politica mi ha stufato e deluso ormai da tanti anni ma, l'obiettività non ha colore. Mi dispiace se hai qualcosa da dire ma valutare le cose è difficile, lo so, e le verità danno fastidio. E' più semplice nascondere. Tu Bea sei di Padova, nella tua provincia c'è un paese, che non cito, famoso per una strage di ravennati e romagnoli... Guai a parlarne.. E la guerra era già finita!!
Ciao, mi raccomando, senza malintesi. Gianni.