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Ieri e in tutto questo periodo a ridosso della giornata della memoria c'è un continuo passare nei mezzi di informazione di testimonianze e ricostruzioni della Shoa di umiliazioni, di torture, psicologiche e fisiche, che i tedeschi hanno imposto agli ebrei. Storie agghiaccianti, al di fuori di ogni logica, incomprensibili per la partecipazione di persone che potrebbero essere il mio vicino di casa o la mia compagna di corso, persone normali. Di fatto queste persone non erano soltanto fomentate dalla propaganda, insomma non erano stupidi, ma si sentivano giustificate da quello che faceva e diceva il massimo esponente del loro governo, il fuehrer, e lo stesso valeva per i soldati, loro potevano compiere le massime oscenità e barbarie, tanto nessuno li avrebbe puniti.
La associazione sembra assurda ma è notevole se si osservano le violazioni che si stanno compiendo a Gaza, bombe al fosforo (su RaiNews24 si vedono i bambini che giocano con pezzi di fosforo ancora in combustione), bombardamenti di abitazioni civili, ospedali e scuole, il blocco delle frontiere evitando l'entrata di aiuti, personale sanitario e cibo (informazione dai telegiornali che però riducono la gravità della notizia giustificando la reazione come normale conseguenza del lancio di razzi), è già GHETTO. Nonché le numerose testimonianze di giornalisti sul posto di violazioni della più normale pietà umana, non solo dei diritti umani e della Convenzione di Ginevra. Soldati che per le strade minacciano stupri alle donne, che infieriscono sulle carcasse dei morti usando il loro sangue per scrivere sui muri (RAINEWS24). Basta confrontare il numero delle vittime per capire: 1300 palestinesi contro 14 israeliani morti e Tel Aviv minaccia di riarmarsi.
Mi chiedo se questi ebrei siano gli stessi che pretendono la memoria di un passato così attuale, così prorompente per la similitudine.
Se non hanno paura del mondo, perché il mondo è dalla loro parte, abbiano almeno paura dei fantasmi del loro passato, per non passare dalla parte dei carnefici.
"Non confondere le critiche a Israele come la sua negazione" Giorgio Napolitano.
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