Meglio un preservativo oggi...
di pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", marzo 2013)
Dagli USA e dall'Australia giungono speranze per il futuro nella lotta al virus, grazie a studi su terapie genetiche. Un approccio diverso, innovativo, che in laboratorio pare dare risultati utili. Quanti anni passeranno prima della reale applicazione? I ricercatori si dicono ottimisti, come ogni volta che devono comunicare i dati di una ricerca in corso, a volte per giustificarne i costi, oppure per raccogliere ulteriori fondi, oppure per mera vanagloria. Poi ci sono ancora notizie di vaccini terapeutici, dati per quasi certi e imminenti dai loro creatori, che giungono da Padova e Parigi, e da Marsiglia. Io sono scettico, e piuttosto che sperare vanamente per disperarmi amaramente, preferisco aspettare e darmi ad una pazzesca esplosione di gioia il giorno che avrò LA pillola in mano. Noi per ora abbiamo la HAART, che è la terapia antiretrovirale altamente attiva. Ma, ricordiamo, è tale, cioè altamente attiva, quando funziona, il che richiede un'assunzione regolarissima delle pillole, esami frequenti, e il caso a noi favorevole.
Veniamo invece alle novità tangibili. Da uno studio statistico inglese giunge la conferma che una HAART funzionante, cioè che ha ottenuto la presenza di meno di 50 copie/ml nel sangue da almeno sei mesi, è efficace per la prevenzione tanto quanto lo è l'uso regolare del preservativo. Parlo di conferma, perché questa ipotesi, che a replicazione bassa nel sangue corrispondesse una bassa infettività anche attraverso le mucose, ha iniziato ad essere ipotizzata da tempo e, tra un annuncio e una smentita, è sempre stata presente anche solo come incentivo all'assunzione della terapia, con la promessa che "poi sarai meno pericoloso per il tuo compagno". C'è da dire che lo questo studio è stato fatto sui rapporti vaginali, che i ricercatori dichiarano che non esistono dati riguardo ai rapporti anali, ma ipotizzano che sussistano gli stessi bassi rischi, se le condizioni di base sono ugualmente soddisfatte. Vediamo quali sono queste condizioni che i ricercatori dicono essere tutte necessarie.
Perché i rapporti sessuali siano abbastanza sicuri devono sussistere alcuni requisiti:
1) Che non siano presenti altre malattie a trasmissione sessuale in nessuno dei due partner (e quindi si rendono necessari frequenti esami che escludano la presenza di MTS nel caso che si abbiano rapporti anche con altre persone);
2) Il partner sieropositivo deve avere la replicazione virale inferiore alle 50 copi/ml da almeno sei mesi;
3) I test vanno effettuati con maggiore frequenza di quanto la normale prassi clinica prevede normalmente per la sola terapia, almeno ogni tre o quattro mesi al massimo.
Le raccomandazioni finali sono molto precise: "Nessun metodo di prevenzione usato da solo può prevenire completamente il rischio di contagio. Inoltre, la terapia antiretrovirale non protegge dalle altre malattie sessuali, mentre il preservativo lo fa".
Ora dunque abbiamo un'altra conferma che assumere la terapia porta l'importante vantaggio di essere molto meno pericolosi, nel caso che la terapia stia funzionando. Ma che è comunque necessario non abbandonare l'uso del preservativo, se teniamo veramente a ridurre il più possibile il rischio di contagio. Credo che la salute del nostro compagno sia l'elemento più importante nelle decisioni che prendiamo.
Rispetto alla frequenza degli esami, ultimamente a me venivano effettuati ogni quattro mesi, perché la terapia funzionava perfettamente. All'ultima visita ho scoperto che la terapia non è più così attiva (di poco, sono risultate 44 copie/ml), ma che nonostante questo mi è stato detto di fare i prossimi esami solo fra cinque mesi, anziché averli ravvicinati ulteriormente, come erano soliti fare. Mi è stato spiegato, dal medico, che sono arrivate indicazioni affinché venga attuata una necessaria e inevitabile riduzione dei costi. Non ho indagato se questa raccomandazione arrivasse dall'Ospedale (il San Raffaele) o dalla Regione Lombardia. Questo intervallo maggiore fino al prossimo esame mi toglie la possibilità di sapere se la mia carica virale resta sotto al soglia di pericolosità. Speriamo che nel futuro non ci siano tagli anche sulla terapia, soprattutto sulle nuove terapie che arriveranno, nel caso siano ancora più costose delle attuali. È già successo che venisse ritardata e osteggiata l'approvazione di un farmaco per via del suo costo elevato.
I preservativi, invece, continuano a costare pochissimo, sempre meno.
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