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Nella sala d'aspetto
Nella sala d'aspetto
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", giugno 2011)

Come fa l'HIV a colpire il sistema nervoso?
L'HIV attraversa la barriera emato-encefalica e infetta alcune cellule del sistema nervoso (i macrofagi e la microglia). Questo innesca una cascata di eventi tra cui la produzione di molecole infiammatorie e neurotossiche, che possono portare a disfunzione, degenerazione e morte delle cellule specifiche del sistema nervoso (neuroni).

Leggevo queste parole su una serie di opuscoli coloratissimi e patinati che avevo trovato nella sala d'aspetto sotterranea dell'ambulatorio HIV, mentre tardava il mio turno per la visita. Il primo che ho letto è stato Attenzione terapeutica alla penetrazione nei santuari. Ammetto di aver sorriso all'involontario doppio senso del titolo. Dell'infezione nei santuari so quasi tutto, ne scrissi anche in queste pagine: i farmaci vanno in circolo, eliminano parte del virus, poi si preleva il sangue e si vede quanto ne è rimasto di questo virus. Ma il virus va in circolo in tutto il corpo, anche nei testicoli, vescicole seminali, cervello… mentre i farmaci non arrivano dappertutto, o arrivano in quantità minore. Questo fa accadere che agli esami del sangue una persona possa risultare negativa (cioè con così poco virus nel sangue da non essere rintracciato dal test), ma poi nel suo sperma c'è più virus di quanto si supponesse, e di tipo diverso, ed è possibile che sia anche un tipo resistente ai farmaci.
Fra i santuari c'è anche il cervello, lo sapevo già. nel tempo ho cercato di non pensarci molto, anche se il ricordo dei molti amici morti con la demenza è sempre vivo. Per cui, fra i fogli colorati, apro quello di cui penso di conoscere meno: HIV e il tuo sistema nervoso.
Ero sempre in quel corridoio sottoterra, su scomodissime moderne sedute di lamiera, a leggere mentre aspettavo il turno, e pensavo che questa cosa del cervello che si danneggia non l'ho scritta in modo abbastanza evidente qui su Pride, devo ricordarla più frequentemente, come deterrente, come insinuante spauracchio per chi ancora non fa sesso sicuro. Vado avanti a leggere:

Perché le persone con HIV se ne devono occupare?
La salute e la qualità della vita delle persone con HIV possono essere influenzate dalla presenza di disturbi neurocognitivi e/o psichiatrici, conseguenza di:
- Un danno diretto da HIV al sistema nervoso centrale, in tal caso definiti come HIV-Associated Neurocognitive Disorders (HAND – disturbi neurocognitivi HIV-correlati);
- Altre cause; (…)
Va ricordato anche che alcuni farmaci anti-HIV sono neurotossici e possono causare effetti collaterali al sistema nervoso centrale , anche se non sembrano interferire con le funzioni cognitive.

Alcuni farmaci HIV sono neurotossici? Già! Mi viene subito in mente che gli ultimi cinque anni li ho passati con gambe e pene anestetizzati, sapevo che quasi sicuramente era opera dei farmaci. Ai primi sintomi di questo problema ai nervi i medici assicurarono che era un effetto sgradevole ma reversibile, il giorno che avessi cambiato farmaci. Ma non avevo pensato che la neurotossicità del farmaco potesse danneggiare pure il cervello. Ora che lo so mi domando, ogni volta che dimentico qualcosa, se è opera del virus, o della medicina. Interferire con le funzioni cognitive suona proprio come nefasto presagio. Vado ancora avanti a leggere:

I fattori di rischio dei disturbi neurocognitivi HIV-correlati:
- Un nadir di CD4+ < 200 cellule/µL
- L'età superiore ai 50 anni;
- La coinfezione con HCV, il diabete o l'insulino-resistenza

Ecco! Ho 54 anni e per un anno ho avuto la glicemia sopra i cento, prima che mi mettessi tristemente a dieta. E poi, agli inizi delle cure, per qualche anno sono stato sotto i 200 anch'io. Per oggi basta leggere. Metto tutto in borsa, per continuare a casa. Penso sempre a quanto sia complicata questa malattia, quanto questa complessità biochimica renda lontanissime mete come il vaccino o la guarigione, poi penso a quanto sia semplice ed efficace l'uso del preservativo. O forse no, non è semplice, ma davanti a questo ennesimo possibile effetto collaterale, il cervello che si danneggia, vale ancor più la pena di proteggersi. Forse l'idea (per di più errata) che molti hanno della vita del sieropositivo come di uno che prende pillole e con nessun altro problema, non spaventa abbastanza, visto che le nuove infezioni non calano. Forse il sapere che virus e farmaci riguardano anche le funzioni cognitive, sì. E non dite "Perché dovrebbe capitare proprio a me?" perché tutto nasce da un comportamento pericoloso, non dal fato avverso.


Questa serie di opuscoli, aggiornati, semplici ma con informazioni precise, è redatta da vari specialisti di ospedali italiani. Edita da Nadir Onlus è sponsorizzata da più case farmaceutiche. Su www.nadironlus.org potete leggerli o scaricarli.