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Evviva! L'AIDS è scomparso!
Evviva! L'AIDS è scomparso!
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", febbraio 2009)

Non illudiamoci, è sparito solo dai giornali. Il virus è vivo e vegeto, e continua ad infettare in silenzio.

Da molto tempo non ricevo più alcuna lettera dai lettori che riguardi l'AIDS. Forse perché ultimamente qui ne ho parlato poco. Ma anche in internet e in televisione non ne ho più sentito parlare molto.
Sono iscritto ad una mailing list di sieropositivi, ed anche lì poche notizie, ma soprattutto nessuno che abbia qualcosa da chiedere agli altri o qualche dubbio da sottoporre alla comunità. In televisione e sui giornali l'argomento esce solo in occasione di notizie sulla ricerca di nuovi farmaci, o nuovi vaccini. Nessun'altra informazione sulla prevenzione o sulle cure esistenti, al di là di dire che sono sempre più efficaci.
Ma anche sui blog, gay o etero che siano, di informazioni sulla prevenzione non se ne chiedono e non se ne danno quasi più. Argomento chiuso?
Senz'altro i grossi problemi economici mondiali stanno distraendo l'informazione dai temi quotidiani, ma mi sembra che stia accadendo come per la SARS o il morbo della mucca pazza: grande rilievo e poi silenzio assoluto. Questa volta la crisi economica, le altre volte una guerra, o l'assassina di Cogne, il governo di nani e ballerine. La pandemia da SARS era un po' una bufala, una paura esagerata, ed allora qualcuno può pensare che anche l'AIDS fosse un po' sopravvalutato, che non sia così diffuso, così facile infettarsi, così brutto curarsi.
Di AIDS non se ne parla quasi più, ma soprattutto non si parla più per nulla della prevenzione, come se fosse un argomento chiuso, risolto. Come se si sapesse tutto.

Sì, in realtà si sa tutto, sulla prevenzione, nessuna novità al di là del preservativo. Il fatto è che non tutti sanno tutto, e credo che questo valga soprattutto per i giovani, dovendo constatare che nel mondo occidentale le nuove infezioni continuano ad esserci e non calano.

Mi spiego: chi si è infettato in questi anni sapeva di solito benissimo che usando il preservativo non avrebbe contratto l'infezione, ma ha fatto i suoi calcoli sbagliati sul rischio che correva e ha deciso di farne a meno. La scelta a volte avviene sul momento, usarlo o non usarlo per alcuni dipende dalla battaglia fra la paura della malattia e antipatia per il preservativo. Di volta in volta, secondo quale pulsione vince, si tratterà di sesso sicuro o di sesso a rischio.
Mi domando: non sarà che con l'attuale rarefazione dell'informazione (tanto si sa già tutto del sesso sicuro) è venuta a mancare la parte terrorizzante dell'AIDS, cioè l'unica spinta che salvava un po' di gente indecisa, leggera o solo spericolata dal fare il brutto incontro con il virus?
O sarà invece che certe notizie, quelle belle, arrivano più in fretta al cervello, ed allora "nuovi farmaci", "malattia cronica", "viremia azzerata" decontestualizzati dall'intero discorso prendono nuovi e allettanti significati che portano alla scelta errata di proteggersi ancora di meno?

I preservativi costano sempre meno. Se ne trovano facilmente di tutte le dimensioni. Il lubrificante si può comprare ovunque, dai supermercati alle farmacie, non come una volta che neppure sapevano cosa fosse e a cosa servisse.
Non credo che esigere che il sesso sia sicuro comporti rifiuti da parte degli amanti occasionali, come avveniva una volta. Chi usa il preservativo non è più visto come uno sfigato ipocondriaco, al limite apparirà come un tipo freddo e determinato a non farsi fregare.

Bisogna ricordare che sono pochi i sieropositivi che sanno di esserlo, che chi è sieropositivo e si cura è mediamente meno infettivo di chi non si cura.
Bisogna ricordare che ci sono almeno un'altra dozzina di malattie veneree in agguato e che il preservativo protegge da alcune e diminuisce il rischio per altre. Soprattutto questo è da ricordare, perché queste altre malattie veneree aumentano notevolmente il rischio di contagio dell'HIV.
Bisogna ricordare che la cura dell'HIV è una cura che cambia per sempre la vita in peggio, per i fortunati per cui almeno funziona, perché per alcune persone i farmaci non riescono ad essere efficaci.

Bisogna ricordare bene. Ogni volta che si deve scegliere tra fare sesso sicuro o rischiare di infettarsi.