Pascoli: "C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria..., anzi d'antico....."
Ecco! io comincio cosi questo mio commento sorpreso da si tanto colore al quale non eravamo più abituati a vedere nella tua galleria. Cosa sia successo, cambiato o avvenuto son cose che non sta a noi sapere ma, è indubbio che la gioia che da questa immagine traspare non è dovuta solo alla imminente primavera ma, a qualcosa di più.
Meglio cosi; è meglio restare sul "pezzo" e marciare verso il sole, verso la luce, il calore e l'emozione; verso quella positività che appunto: "... muove il sole e le altre stelle"; che ci rende partecipi e protagonisti, nel bene e nel male, di questo cambiamento.
Alberi di cachi dai rami pieni, piegati da tanta grazia di questa natura che stiamo ogni giorno violentando, ma che continua a volerci bene a modo suo.
Se la natura non tradisce, la mente umana, invece, ogni tanto si perde..., poi ritrova la strada, per perdersi ancora in un andirivieni a volte caotico, altre volte razionale.., spesso incomprensibile. La nostra sensibilità è così labile che ci fa piangere per un gattino sull'albero e non per un bambino che muore di fame a 10.000 km di distanza. E' la distanza che ci salva dalle lacrime... La natura, invece, è ovunque, non ha spazi tra se, le molecole e gli atomi interagiscono come fosse materia unica. Fu uno scienziato metereologo, un certo Lorenz che, pubblicando uno studio sugli "effetti reciproci" in atmosfera, se ne usci con il famoso battito d'ali di una farfalla in Brasile capace di scatenare una tempesta in Texas.
La nostra piccolezza di esseri intelligenti.
Ora, mi trovo a commentare questa tua fotografia dopo una premessa che ha spaziato dalla cultura letteraria alla scienza semplicemente per riprodurre quell'effetto dello spostamento d'aria, per dirti che quella tempesta, in un momento, ahimè lontano, è avvenuta.
Il colore porta allegria, i cachi sono dolci, infantili nella loro delicatezza, bellissimo mangiarli a morsi e non col cucchiaio; cosa c'è in questa fotografia di cosi tanto speciale?
C'è molto, davvero tanto, c'è una MAVI ritrovata si, perchè non mi riesce di pensarti sempre in un'ottica turbolenta, conflittuale con il mondo o con te stessa; sono sempre stato convinto che dietro o sotto la patina delle tue fotografie ci fosse una gioia compressa, incapace di emergere e di dirci chi sei realmente.
Inutile dirti, credo già di esternarla, la felicità che mi dai, vedendoti come l'amica che giunge inattesa ad un desco imbandito, tra la sorpresa dei commensali e l'esplosione di gioia di tutti i presenti. Ed ecco che subito le sedie si stringono, i piatti e bicchieri tintinnano, un tovagliolo pulito..., forchette coltello e cucchiaio; e un posto a tavola s'è fatto. Ti offrono del vino rosso, ti chiedono, vogliono sapere, dove sei stata, cosa hai fatto in tutto questo tempo...perchè non hai più fatto sapere nulla, ecc...
Tutto nel colore e nella luce...
Ciao... con allegria, Gianni
Sembra quasi inchinarsi con naturalezza, l'albero, per offrire i suoi frutti golosi e dalla breve durata che tuttavia riescono ad indolcire le freddi giornate di Novembre.
Colori bellissimi grazie alla luce, non voglio polemizzare con Gianni anche qui (mi basta Flickr ...) ma per me Tu non sei mai andata via ....
Un carissimo saluto a Te e a Gianni
Fabio
Quando vedo Fabio, mi illumino d'immenso! E' come se si aprisse una porta su un "piccolo mondo antico"; non chiedetemi MAVI e Fabio perchè; certamente non saprei rispondere con parole adeguate mi limiterò, pertanto, a sorridere su questa ipotetica polemica di pensiero sulla tua, MAVI, più o meno "lontananza".
Vedi, Fabio, MAVI si fa desiderare; lei sa benissimo che le sue foto sono interessanti "biglietti da visita", sa, altresì, bene che c'è chi, come noi, le commentiamo "arzigogolando con voli pindarici" sulla forza espressiva di una tinta soffusa, di una velata luce su un lago di montagna o sul senso "oscuro" di un arco del ponte di Pavia... La bellezza di MAVI, che ci stimola a perseverare nei commenti, sta tutto in questo "mistero della psicanalisi", del dubbio e dei timori, delle ansie quotidiane di una vita, ahimè, sempre troppo frenetica per potersi fermare e, non dico a riflettere ma, almeno, per pensare.
Lo so, caro Fabio, che non sempre approvi questo mio "spingermi" oltre le righe consuete del vivere civile e del galateo ma, è l'unico modo, almeno per me, per rendere vero merito ad una serie di lavori fotografici, protrattisi nel tempo tra l'altro, costanti nella loro tematica. Non c'è, insomma, nei lavori di MAVI, incertezza o confusione di stile; cosa che apprezzo molto.
Ci troviamo, quindi, davanti ad un libro aperto sulla personalità dell'autrice che, come tale espone ciò che di più personale Ella può avere: la sua personalità. Aggiungo anche, cari amici, che questa ostensione manifesta, seppur in modo molto velato, un forte orgoglio intimo: "...COSI SONO.., COSI MI PRESENTO..", al di là di ogni ragionevole "tensione" personale.
MAVI sa bene quante volte l'ho sollecitata a "spingersi" verso una mostra personale che le renda merito; sarebbero sufficienti una trentina di immagini, emblematici momenti, significativi attimi per raccontare una storia e chissà che non venga pubblicata in qualche catalogo o libro con l'aiuto economico di qualche ente locale.
Sarebbe la consacrazione di un lungo racconto, uno scolpire sul marmo il percorso, come lo fu allora e lo è ancora adesso, la colonna traiana a Roma..., ovviamente, nelle giuste e dovute proporzioni.
Ecco che allora l'assenza, per qualche tempo, di una sua fotografia diventa un ansia per noi, famelici divoratori di icone nonchè logorroici criticatori seriali.
Tutto questo gran discorso per dire tutto nelle ultime due righe.
Ciao con simpatia e cordiale armonia, Gianni
Gianni .... Gianni ..... prima cosa non capisco cosa c'entri io con Fogazzaro, se proprio si deve trovare un nesso con il romanzo lo vedrei tra Franco e te (che poi è una specie di complimento ...)
Al contrario tuo, non sto in ansia per le mancate pubblicazioni di Mavì, lei non è una persona che ama farsi desiderare, il suo carattere la porta a vivere in punta di piedi, dote che io apprezzo moltissimo.
Come vedi, molto sintetico.
Un abbraccio
Fabio
8 comments
AntenoreMalatesta said:
Ecco! io comincio cosi questo mio commento sorpreso da si tanto colore al quale non eravamo più abituati a vedere nella tua galleria. Cosa sia successo, cambiato o avvenuto son cose che non sta a noi sapere ma, è indubbio che la gioia che da questa immagine traspare non è dovuta solo alla imminente primavera ma, a qualcosa di più.
Meglio cosi; è meglio restare sul "pezzo" e marciare verso il sole, verso la luce, il calore e l'emozione; verso quella positività che appunto: "... muove il sole e le altre stelle"; che ci rende partecipi e protagonisti, nel bene e nel male, di questo cambiamento.
Alberi di cachi dai rami pieni, piegati da tanta grazia di questa natura che stiamo ogni giorno violentando, ma che continua a volerci bene a modo suo.
Se la natura non tradisce, la mente umana, invece, ogni tanto si perde..., poi ritrova la strada, per perdersi ancora in un andirivieni a volte caotico, altre volte razionale.., spesso incomprensibile. La nostra sensibilità è così labile che ci fa piangere per un gattino sull'albero e non per un bambino che muore di fame a 10.000 km di distanza. E' la distanza che ci salva dalle lacrime... La natura, invece, è ovunque, non ha spazi tra se, le molecole e gli atomi interagiscono come fosse materia unica. Fu uno scienziato metereologo, un certo Lorenz che, pubblicando uno studio sugli "effetti reciproci" in atmosfera, se ne usci con il famoso battito d'ali di una farfalla in Brasile capace di scatenare una tempesta in Texas.
La nostra piccolezza di esseri intelligenti.
Ora, mi trovo a commentare questa tua fotografia dopo una premessa che ha spaziato dalla cultura letteraria alla scienza semplicemente per riprodurre quell'effetto dello spostamento d'aria, per dirti che quella tempesta, in un momento, ahimè lontano, è avvenuta.
Il colore porta allegria, i cachi sono dolci, infantili nella loro delicatezza, bellissimo mangiarli a morsi e non col cucchiaio; cosa c'è in questa fotografia di cosi tanto speciale?
C'è molto, davvero tanto, c'è una MAVI ritrovata si, perchè non mi riesce di pensarti sempre in un'ottica turbolenta, conflittuale con il mondo o con te stessa; sono sempre stato convinto che dietro o sotto la patina delle tue fotografie ci fosse una gioia compressa, incapace di emergere e di dirci chi sei realmente.
Inutile dirti, credo già di esternarla, la felicità che mi dai, vedendoti come l'amica che giunge inattesa ad un desco imbandito, tra la sorpresa dei commensali e l'esplosione di gioia di tutti i presenti. Ed ecco che subito le sedie si stringono, i piatti e bicchieri tintinnano, un tovagliolo pulito..., forchette coltello e cucchiaio; e un posto a tavola s'è fatto. Ti offrono del vino rosso, ti chiedono, vogliono sapere, dove sei stata, cosa hai fatto in tutto questo tempo...perchè non hai più fatto sapere nulla, ecc...
Tutto nel colore e nella luce...
Ciao... con allegria, Gianni
Ulrich John said:
photosofghosts said:
Colori bellissimi grazie alla luce, non voglio polemizzare con Gianni anche qui (mi basta Flickr ...) ma per me Tu non sei mai andata via ....
Un carissimo saluto a Te e a Gianni
Fabio
AntenoreMalatesta replied to photosofghosts:
Vedi, Fabio, MAVI si fa desiderare; lei sa benissimo che le sue foto sono interessanti "biglietti da visita", sa, altresì, bene che c'è chi, come noi, le commentiamo "arzigogolando con voli pindarici" sulla forza espressiva di una tinta soffusa, di una velata luce su un lago di montagna o sul senso "oscuro" di un arco del ponte di Pavia... La bellezza di MAVI, che ci stimola a perseverare nei commenti, sta tutto in questo "mistero della psicanalisi", del dubbio e dei timori, delle ansie quotidiane di una vita, ahimè, sempre troppo frenetica per potersi fermare e, non dico a riflettere ma, almeno, per pensare.
Lo so, caro Fabio, che non sempre approvi questo mio "spingermi" oltre le righe consuete del vivere civile e del galateo ma, è l'unico modo, almeno per me, per rendere vero merito ad una serie di lavori fotografici, protrattisi nel tempo tra l'altro, costanti nella loro tematica. Non c'è, insomma, nei lavori di MAVI, incertezza o confusione di stile; cosa che apprezzo molto.
Ci troviamo, quindi, davanti ad un libro aperto sulla personalità dell'autrice che, come tale espone ciò che di più personale Ella può avere: la sua personalità. Aggiungo anche, cari amici, che questa ostensione manifesta, seppur in modo molto velato, un forte orgoglio intimo: "...COSI SONO.., COSI MI PRESENTO..", al di là di ogni ragionevole "tensione" personale.
MAVI sa bene quante volte l'ho sollecitata a "spingersi" verso una mostra personale che le renda merito; sarebbero sufficienti una trentina di immagini, emblematici momenti, significativi attimi per raccontare una storia e chissà che non venga pubblicata in qualche catalogo o libro con l'aiuto economico di qualche ente locale.
Sarebbe la consacrazione di un lungo racconto, uno scolpire sul marmo il percorso, come lo fu allora e lo è ancora adesso, la colonna traiana a Roma..., ovviamente, nelle giuste e dovute proporzioni.
Ecco che allora l'assenza, per qualche tempo, di una sua fotografia diventa un ansia per noi, famelici divoratori di icone nonchè logorroici criticatori seriali.
Tutto questo gran discorso per dire tutto nelle ultime due righe.
Ciao con simpatia e cordiale armonia, Gianni
Mavì replied to photosofghosts:
Mavì replied to AntenoreMalatesta:
photosofghosts replied to AntenoreMalatesta:
Al contrario tuo, non sto in ansia per le mancate pubblicazioni di Mavì, lei non è una persona che ama farsi desiderare, il suo carattere la porta a vivere in punta di piedi, dote che io apprezzo moltissimo.
Come vedi, molto sintetico.
Un abbraccio
Fabio
photosofghosts replied to Mavì:
Ti voglio bene anch'io, lo sai
Fabio