Cercare di disabituarsi è difficile, le mie abitudini sono così incise in me che faccio fatica a cambiare. Sono come una scritta su un muro, all'inizio ti colpisce, poi ti è indifferente e quando viene cancellata noti la mancanza, il buco, l'alone chiaro. Io di mattina presto guardo sempre la posta, muovo gli scacchi, prendo il caffélatte e mi preparo ad uscire; ieri mattina ho ricevuto una chiamata dal Vietnam e questo ha scombussolato tutti i programmi, niente posta, niente scacchi e niente caffélatte, sono stata in un limbo per tutta la mattina, tra ECG e prove da sforzo, finché il bravo dottor Lario mi ha chiesto di fare una pausa, una fame che avrei finito il croissant in due morsi, senonché non volevo proprio mostrare di essere un bovino con le fattezze di fanciulla mite e cagionevole, l'ho finito in tre morsi.
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