Al Gay Pride, ma di nascosto.
di Pigi Mazzoli
pigi.mazzoli@libero.it
(pubblicato in "Pride", aprile 2009)
Strasburgo, risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2009 sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea 2004-2008:
Articolo 74.
Rammenta a tutti gli Stati membri che, secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, è possibile esercitare il diritto alla libertà di adunanza, anche qualora chi lo eserciti abbia opinioni contrarie a quelle della maggioranza, e che pertanto il divieto discriminatorio dei cortei, nonché qualsiasi inadempienza all'obbligo di offrire una tutela adeguata a quanti vi partecipano, costituisce una violazione dei principi sanciti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, dall'articolo 6 del trattato UE sui valori e i principi comuni dell'Unione europea, e dalla Carta.
È una consolazione sapere che in Europa si considera sempre la libertà come un valore inalienabile, anche quando riguarda la libertà di manifestare. In Italia no, il Ministro dell'interno Maroni, dopo aver vietato con un articoletto bis aggiunto ad un qualche decreto urgente ogni manifestazione ovunque ci fosse una chiesa (e in Italia ce ne sono tante!), ha iniziato a chiedere delle pene severe per chiunque manifestando bloccasse aeroporti, treni, auto. Sì, anche le auto. Aspettando, nella speranza che non passino queste norme (ci sono in progetto però anche dei depositi cauzionali da versare prima delle manifestazioni per risarcire eventuali danni), dovremmo prepararci a trovare dei luoghi per le prossime Gay Pride Parade senza chiese, senza auto, senza nulla che si rompa. Non mi viene in mente molto. Qualche discarica? Affittare un palazzetto dello sport e chiudersi dentro?
Qualche anno fa scrissi su queste stesse pagine che, per come stavano andando le cose in Italia, prima o poi sarebbe capitato che, ad esempio, chiudessero i locali gay la domeniche per rispetto a l sentimento cristiano. Ci siamo andati vicini, per ora.
Già i cortei dei Gay Pride sono sempre più marginali alle città, o per vie solitarie, con la scusa della sicurezza, del traffico. Già quasi ogni volta viene chiesto di spostare la data, o per una rassegna di cori religiosi o per la concomitanza di una processione (hanno per caso paura che disertino i loro consessi per partecipare in massa alle carnevalate gay?).
Ma se anche quest'anno dovessi leggere di qualcuno di noi che si lamenta perché ci sono i travestiti, e quelli nudi, e quelli che a lavoro però non ci andate vestiti così, e che queste pagliacciate fanno solo male alla causa, ecco, allora quest'anno mi incazzerei davvero.
Le avete viste le fotografie delle Gay Pride Parade delle città dove si è ottenuto il matrimonio omosessuale? Vi paiono tutti vestiti giacca e cravatta?
È sempre la stessa questione: per la destra fascio-catto-piduista noi omosessuali siamo liberi di fare in privato quello che vogliamo. In privato, solo in privato. Anche la parata del Gay Pride?
Qui in Italia mastichiamo poco le lingue straniere, a parte i leghisti che da devolution in poi sono tutto uno sciorinare d'inglese. Per cui di Gay Pride Parade abbiamo preso solo le due prime parole. Ed allora qualcuno, non avendo visto neppure in televisione gli originali, pensa che debbano essere delle manifestazioni serie e incazzose come quelle di una volta, come quelle degli operai di Mirafiori. Altri pensano che debba essere più simile ad una kermesse musical-ballerina con rimorchio finale. Altri poi la scambiano per una gara automobilistica con podio finale, e classifica a punti per la conquista del palco e del microfono.
Io spero che sia ancora, e basta. Ognuno faccia quel che vuole e rispetti la libertà degli altri. Ognuno accetti ringraziando gli onori che gli vengono tributati ma la smetta di denigrare chi non agisce e non pensa come lui.
Che sia veramente una Parade! Parata, mostra, sfoggio, come dice il dizionario. Che la gente resti in città in quei caldi sabati di giugno apposta per vederci e divertirsi, stupirsi, fotografarci. E quelli tristi, malmostosi, bigotti se ne vadano pure al mare per un sabato banale come ogni altro.
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